Belgio-Italia: 1-1

Da più di un anno il mio blog è fermo. Confesso che tra le pubblicazioni scientifiche che carico su Academia e altri social network, questo spazio è come sospeso, in cerca di una nuova identità. Ancora non mi è chiaro in che modo alimentarlo e articolarlo, ma sicuramente non scomparirà dato che siete numerosissimi ad affacciarvi nonostante la sua sonnolenza.

Vivo da quasi sette anni in Belgio, paese oggetto della gran parte delle mie ricerche. Posso dirmi italo-belga, nonostante non sia ancora stata pienamente adottata da questo paese. Mi occupo prevalentemente di artisti simbolisti e dei loro rapporti con l’Italia e l’arte italiana, degli scambi dunque tra i due paesi e, per il dottorato, dell’influenza (scusami Baxandall!) dell’arte italiana all’interno dei circoli simbolisti-idealisti.

Nonostante gli anni difficilissimi che stiamo vivendo e il progetto di ricerca che sto ultimando, ho pubblicato due libri per me importanti e voglio condividerli con voi lettori.

Il primo è un libro sulle incisioni belghe e neerlandesi che hanno circolato in Italia tra fine Ottocento e inizio Novecento, curato insieme a Giorgio Marini, uno dei massimi esperti di grafica in Italia. Il libro è in francese e italiano.

L’altro è una piccola monografia su James Ensor, uno dei maggiori artisti belgi, mancante nella nota collana di Art & Dossier. Il testo di questa pubblicazione è naturalmente l’italiano.

Colgo l’occasione per ringraziare le persone che hanno lavorato con me in questo anno, in particolare gli editori, Peeters e Giunti, che hanno dato spazio alle mie ricerche sull’arte belga di fine Ottocento. L’uno belga e l’altro italiano. Due editori per due libri. Italia-Belgio, 1-1.

Grazie a loro e grazie a tutti gli operatori del mio settore, viva l’arte, fonte di luce e di rigenerazione.

(scusatemi del post in italiano, ma a fine anno, scritture multilingue mi stancano, spero capirete 🙂